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Pane e user experience. C’è altro oltre al design

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User experience: più di un design

La user experience è una materia nota a tutti nel settore digitale, ma forse ancora poco regolata, come se si sapesse della sua esistenza e importanza, ma per lo più venga utilizzata per riempirsi la bocca di un neologismo “che tira” e che può affascinare al cliente di fronte. Anche perché la UX ancora oggi è un concetto quasi del tutto sconosciuto tra i non addetti al settore, ovvero i principali utilizzatori finali.

Riporto di seguito una parziale definizione leggibile su Wikipedia:

“Per esperienza d’uso (più nota come User Experience o UX) si intende ciò che una persona prova quando utilizza un prodotto, un sistema o un servizio. L’esperienza d’uso concerne gli aspetti esperienziali, affettivi, l’attribuzione di senso e di valore collegati al possesso di un prodotto e all’interazione con esso, ma include anche le percezioni personali su aspetti quali l’utilità, la semplicità d’utilizzo e l’efficienza del sistema”. (continua…)

L’ISO (Organizzazione internazionale per la normazione) definisce l’esperienza d’uso come “le percezioni e le reazioni di un utente che derivano dall’uso o dall’aspettativa d’uso di un prodotto, sistema o servizio”.

Cosa racchiude la User experience

E’ chiaro che l’esperienza d’uso presenta una natura soggettiva che racchiude tutto un ecosistema percettivo fatto di pensieri, di sensazioni, di ricordi e soprattutto di abitudini squisitamente intime che un individuo riconosce in un arco temporale ristrettissimo che dura giusto il tempo di passare dalla visione all’azione. Questo insieme percettivo esplode di fronte a un gioco, una domanda, una lettura o, nel nostro specifico caso, di un’interfaccia web.

Possiamo trovare tante altre definizioni di User Experience nel web, molte delle quali si intrecciano anche con la definizione di user experience design fino ad essere mescolata con la User Interface (UI) che – come viene splendidamente rappresentato da @lishubert in un manifesto  –  è tutt’altra cosa.
Tutte le definizioni sono più o meno simili e tutte d’accordo: quando si parla di User Experience non bisogna limitarsi al concetto di design e/o interfaccia grafica (UI).

Può la UX essere frutto di un’esclusiva scelta stilistica grafica o un singolo lavoro di estetica funzionale?

Nonostante sia chiara questa natura, nel settore digitale l’esperienza utente (UX) viene riconosciuta e assegnata quasi sempre a una competenza diretta del web designer. Ma sarà proprio cosa giusta semplificare il tutto con questa attribuzione?

Interrogativi sulla User experience

Questi sono solo alcuni interrogativi che durante il percorso della nostra attività professionale sono emersi per inquadrare maggiormente la User Experience:

Se l’esperienza utente è una disciplina nata e regolata per far sì che di un utente si riescano a  toccare le corde più soggettive e emotive”, potrà mai un singolo web designer rispondere al raggiungimento di questo obiettivo?

Può la UX essere frutto di un’esclusiva scelta stilistica grafica o un singolo lavoro di estetica funzionale?

Non andrebbero creati case study ad hoc su analisi e ricerche dei comportamenti della “personas  per stabilirne il profilo, i gusti, gli interessi, i possibili ricordi da rievocare attraverso l’interfaccia e l’esperienza di utilizzo?

Queste domande mi hanno portato a comprendere che la UX deve necessariamente rappresentare una materia condivisa tra chi conosce e analizza i comportamenti della personas di riferimento, quindi le caratteristiche più recondite, i riferimenti emozionali e le abitudini di utilizzo e certo… il web designer (un buon web designer).
Non vogliatemi male per questa riflessione.

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