Approccio alla comunicazione, questo sconosciuto
In molte aziende esistono ancora imprenditori che ragionano con un approccio alla comunicazione a compartimenti stagni e che semplificano il concetto di “marketing” nella traduzione di “uno o più servizi” da acquistare verso l’esterno per il raggiungimento di un chissà quale risultato ma che spesso si riduce al desiderio di “aumentare il fatturato”.
Il marketing oggi non può essere considerato come un elemento che va ad aggiungersi al prodotto, un qualcosa che comincia dopo la produzione, uno strumento che vive il peso della responsabilità di aumentare il fatturato aziendale nonostante le pecche dell’azienda stessa e magari del prodotto. Il marketing deve essere principalmente tradotto nel concetto di “valore dell’azienda” e dev’essere percepito nel prodotto stesso. È il caso delle web application come Spotify, Airbnb, ma anche di aziende come Moleskine che comunicano il proprio carattere e il proprio messaggio nella stessa esperienza di utilizzo del prodotto.
Capisco che è un ragionamento che prevede una complessità sociologica, ma non dimenticarti che dall’altra parte prima di esserci un consumatore c’è una persona.
“Il marketing non è il cappello che indossi prima di uscire, ma sono le mutande che metti prima ancora di vestirti”
Il concetto è molto semplice e potrebbe essere applicato sin da subito nelle piccole cose.
Il concetto di marketing si traduce nella modalità di risposta dell’ufficio commerciale ad una telefonata, nella risposta dell’amministrazione ad una email, nella creazione di un preventivo, nei ringraziamenti di fine lavoro. Come direbbe un nostro caro collaboratore:
Cit. Dr. Silvio Rispo di UXOFFICE
È per questo motivo che crediamo nella costruzione del brand prima ancora che nella promozione a tappeto. Non che non serva una spinta di distribuzione e diffusione, ma potrà mai durare nel tempo il beneficio di una spinta promozionale senza che esista un vero motore di contenuto e valore d’azienda?
